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Home›INTERVISTE›Scorie nucleari in Puglia, Boccone (Greenpeace): “Noi contrari. Si valutino alternative al Programma”

Scorie nucleari in Puglia, Boccone (Greenpeace): “Noi contrari. Si valutino alternative al Programma”

di Davide Impicciatore
7 Gennaio 2021
Bari
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Massimiliano Boccone, coordinatore Greenpeace gruppo locale di Bari


E’ di questi giorni la notizia che tre Comuni pugliesi (Altamura, Gravina e Laterza) sarebbero “potenzialmente idonei” ad ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani. Lo si è appreso a seguito della pubblicazione della Cnapi, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee, da parte della Sogin, la società gestione impianti nucleari. Subito in Puglia – come in tutta la Penisola – si è levato un coro di no. “Ferma e netta contrarietà” è arrivata anche dal presidente della Regione, Michele Emiliano. Anche Massimiliano Boccone, coordinatore del Gruppo Locale di Greenpeace di Bari, esprime le sue perplessità sulla scelta di annoverare la Puglia – e la Murgia in particolare – tra le aree potenzialmente idonee ad ospitare il Deposito.
 
Contrari a priori. O no?
 
Greenpeace non condivide la strategia scelta dall’Italia, basata sull’unica ipotesi di dotarsi di un solo Deposito Nazionale che ospiti a lungo termine i rifiuti di bassa attività e, “temporaneamente”, quelli di media e alta attività. Sarebbe l’unico caso al mondo di gestione combinata dei rifiuti e tutto ciò ha implicazioni non secondarie: come la possibile decisione di “nuclearizzare” un nuovo sito vincolandolo a lungo termine alla presenza di rifiuti pericolosi.
 
Cosa si doveva fare, allora?
 
Sarebbe stato più logico verificare più scenari e varianti di realizzazione del Programma utilizzando i siti esistenti o parte di essi e applicare a queste opzioni una procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), in modo da evidenziare i pro e i contro delle diverse soluzioni.
 
Si parla di nuovo di nucleare, nonostante il referendum del 2011. Ma da dove arrivano questi “rifiuti radioattivi”?
 
Quelli di bassa e media attività saranno composti per due terzi da materiali provenienti dall’esercizio e dallo smantellamento degli impianti nucleari per la produzione di energia elettrica (abbiamo anche in Italia queste centrali, seppur non attive da decenni) e per un terzo dagli impianti nucleari di ricerca e dai settori della medicina nucleare e dell’industria.
 
Però da qualche parte queste scorie vanno pur messe. Quali sono le alternative?
 
Come già detto, sarebbe stato più logico verificare diversi scenari e varianti di realizzazione del Programma. Il Programma non può, come è ovvio, risolvere la questione definitivamente, ma di fatto propone una lunga transizione, stimabile nell’ordine di un secolo, in cui la parte minore in volume dei rifiuti nucleari, ma fortemente maggioritaria della radioattività, è gestita “temporaneamente” in un Deposito unico che non può ospitarla definitivamente.
 
Perché è stata scelta proprio la Puglia e una “zona protetta” come la Murgia?
 
Non è stata scelta solo la Puglia: c’è un ventaglio di ben 67 siti potenziali in 7 diverse regioni. Al momento siamo in attesa di studiare l’applicazione dei criteri che hanno portato alla stesura di questa mappa.
 
Ci sono voluti anni per redigere la Carta e ora ci sono solo pochi mesi per una decisione condivisa?
 
Per ora ci sono due mesi per poter formulare osservazioni e proposte tecniche in forma scritta da parte di Regioni ed Enti locali, nonché dei soggetti portatori di interessi qualificati.
 
Parteciperete al dibattito pubblico?
 
Certamente, come abbiamo già fatto nel 2017, quando Greenpeace Italia ha presentato un documento con tutte le osservazioni alla proposta di Programma nazionale di gestione dei rifiuti radioattivi.
 
Michele Emiliano ha detto di aver preso notizia di tale scelta solo “a cose fatte”.
 
Questo lo sanno solo i diretti interessati, che sono governo ed enti locali.
 
Il ministro Speranza si è schierato contro il Deposito nella “sua” Basilicata. I ministri pugliesi – Boccia e Bellanova – non pervenuti. Perché secondo te?
 
Evitiamo ogni commento politico.
 
Cosa farete per fronteggiare questa decisione?
 
Continueremo a ribadire la nostra posizione di non condivisione di questa strategia, proponendo la nostra alternativa, ossia di verificare diversi scenari e varianti di realizzazione del Programma.
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