Vendita online di reperti archeologici e oggetti antichi: 27 denunce. Tra loro medici, avvocati e imprenditori
I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari, nell’ambito di una vasta e articolata campagna di controllo delle vendite on-line di reperti archeologici e di beni di antiquariato, ha denunciato 27 persone per ricettazione, impossessamento illecito di beni culturali, alienazione illecita di beni culturali e detenzione abusiva di armi antiche.
I deferiti, perlopiù professionisti (medici, avvocati, imprenditori e antiquari) utilizzavano le piattaforme di “e-commerce” per commercializzare pregiati pezzi di antiquariato,
importanti reperti o frammenti archeologici, che spesso erano custoditi in lussuosi appartamenti messi in vendita attraverso agenzie immobiliari.
L’attività dei militari, avviata negli ultimi sei mesi del 2019, si è sviluppata attraverso l’attento monitoraggio web dei siti dedicati alle compravendite di oggetti d’arte e di quelli relativi alle compravendite di immobili.
Il lavoro dei militari dell’Arma ha permesso di recuperare 140 reperti archeologici databili tra il III ed il IV sec. a.C., circa 200 frammenti (prevalentemente parti di corredi funerari provento di scavi clandestini) e 30 armi antiche, tra cui spicca un cannone del XVI sec.
I preziosi oggetti, dopo le attività tecniche che ne hanno stabilito l’autenticità, sono in attesa del provvedimento di confisca che li farà entrare nel Patrimonio Culturale
dello Stato.