Bari, uccide di botte un uomo: in galera pregiudicato di 26 anni

È finito in carcere Carlo Tisti, pregiudicato classe ’94 accusato dell’omicidio di Onofrio Coppolecchia, percosso nella serata del 22 agosto e morto in ospedale tre giorni dopo.
A fare chiarezza sull’uccisione del Coppolecchia sono stati gli investigatori della sezione Omicidi.
Questi i fatti. La sera del 22 agosto la vittima si era recata al pronto soccorso dell’ospedale San Paolo riferendo di sentirsi male, ma anche di non aver subito alcuna aggressione. Poco dopo ci fu un repentino peggioramento delle condizioni dell’uomo, che nell’arco di mezz’ora andò in coma.
Inutili i tentativi dei medici di soccorrerlo. Il Coppolecchia, infatti, è deceduto tre giorni dopo, il 25 agosto, per emorragia cerebrale.
Gli agenti della squadra mobile hanno deciso di approfondire la vicenda, apparsa sin da subito anomala.
Dalla tac cui l’uomo fu sottoposto, infatti, emerse la presenza di un trauma cranico che fece sorgere negli agenti il dubbio che si fosse trattato di un’aggressione (e non di un semplice malore) tenuta nascosta dalla vittima per motivi d’omertà.
Gli agenti hanno approfondito la storia del Coppolecchia e hanno individuato i luoghi solitamente frequentati dall’uomo, quali circoli e birrerie.
Sopralluoghi e interrogatori degli abituali fruitori hanno permesso di appurare come nella serata del 22, nel quartiere San Paolo, poco prima che il Coppolecchia si recasse in pronto soccorso, questi era stato brutalmente aggredito da un giovane che – indossando mascherina, guanti e un cappellino da baseball – lo aveva picchiato con calci e pugni.
La vittima avrebbe tentato di fuggire correndo lungo la strada, ma l’aggressore lo avrebbe inseguito e, con un poderoso calcio alle gambe, lo avrebbe sbattuto al suolo facendogli impattare il capo sull’asfalto. Lo avrebbe lasciato poi tramortito e privo di sensi sul pavimento.
Inutili i soccorsi di alcuni passanti.
In poco tempo gli agenti hanno identificato l’aggressore nel Tisti, nella cui casa è stato trovato l’abbigliamento usato durante il pestaggio.
L’impianto probatorio raccolto dagli uomini della squadra mobile, pienamente condiviso dalla Procura della Repubblica, è sfociato così nell’emissione della misura cautelare eseguita oggi.
Il Tisti, immediatamente rintracciato, è stato portato in carcere.
