Bari dedica tratto di via Garruba a Sabina Anemone, prima donna pediatra barese
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Anche Bari ricorda i “suoi” eroi. La giunta comunale, infatti, ha deciso di intitolare il primo isolato di via Garruba (nel tratto compreso tra piazza Cesare Battisti e via De Rossi) a Sabina Anemone, prima donna laureata in medicina e specializzata in pediatria proprio nell’Università di Bari.
La dottoressa Anemone, nata a Giovinazzo ma barese d’adozione, ha fortemente contribuito alla crescita della città, mettendo gratuitamente a disposizione la sua professionalità in favore di bambini e mamme in condizioni di povertà.
Una donna straordinaria, che nella sua lunga vita professionale ha testimoniato pienamente i valori solidali e altruistici, prestando cure e attenzione soprattutto alle persone più piccole e fragili della città.
“E’ una notizia bellissima – ha commentato a caldo Rossella Ressa, figlia di Sabina Anemone -; è vero che mia madre ha già avuto un riconoscimento a Giovinazzo (qui le hanno intitolato una strada e il giardino della sua scuola elementare, ndr), ma in realtà lei è sempre vissuta a Bari: tutto quello che ha fatto è accaduto proprio a Bari. Mia madre ha aiutato tanti bambini e tante mamme, e sono contenta che la nostra città abbia deciso di attribuirle un tale riconoscimento. E’ una gran bella sorpresa: vuol dire che, in effetti, mia mamma ha lasciato un alone di grande professionalità e generosità”.
La proposta, avanzata dall’associazione Soroptimist Club di Bari, è arrivata in giunta direttamente dal vicesindaco (e assessore alla Toponomastica) Eugenio Di Sciascio: “Siamo orgogliosi – ha commentato l’ex rettore del Politecnico – del fatto che la nostra città avrà a breve un luogo pubblico intitolato a Sabina Anemone, la prima pediatra barese, amatissima dai suoi concittadini. Una donna che ha precorso i tempi lavorando come medico e sfidando i pregiudizi che a quel tempo volevano le donne esclusivamente mogli e madri”.
“Il tratto iniziale di via Garruba – ha continuato Di Sciascio – ricorderà a tutti i baresi una storia di umanità e professionalità, di servizio al prossimo, di solidarietà e di dedizione ai più piccoli, il futuro di ogni generazione. Credo che la città debba raccontare le vicende delle sue figlie e dei suoi figli migliori, e la dottoressa Anemone ne è un esempio eccellente”.
Chi era Sabina Anemone
Sabina Anemone nasce a Giovinazzo il 12 dicembre 1913. Dopo aver frequentato il Real Liceo di Giovinazzo, si iscrive alla Facoltà di Medicina a Roma, in un’epoca in cui era difficilissimo per le donne continuare gli studi. Dopo due anni si trasferisce a Bari: qui – prima donna in città – consegue la laurea in Medicina e Chirurgia con una tesi sperimentale in Chirurgia “sullo scapolamento ed osservazione del rene”. E’ il luglio del 1937.
Nel 1938 consegue il diploma di specializzazione in pediatria. In piena guerra mondiale, svolge la sua attività nella colonia elioterapica Vittorio Veneto e Ferruccio Barletta, assolvendo il compito di accogliere e riaccompagnare i bambini albanesi a Durazzo, con la nave Umbria.
Dal 1940, per tutto il periodo bellico, svolge la sua attività nell’Istituto Cotugno di Bari, dove cura i bambini malati di tubercolosi.
Nel frattempo presta – gratuitamente – la sua opera nell’ambulatorio “La goccia del latte”, in favore delle mamme in difficoltà. Viene poi chiamata a dirigere il reparto Infettivi dell’Ospedaletto dei Bambini, continuando a svolgere il suo lavoro anche nell’ambulatorio del collega e marito Mario Ressa.
Dal 1960 al 1970 presta servizio come medico scolastico alla scuola media De Sanctis. Nel 1971 vince la cattedra per l’insegnamento di Igiene e Anatomia all’Istituto Tecnico Femminile di Bari, sino a quando non va in pensione.
Durante tutta la sua attività professionale e di insegnamento, continua a prestare in modo gratuito le sue cure ai bambini bisognosi, conquistando riconoscimento e ammirazione nella sua città adottiva.
Grandissima appassionata di musica (suonava infatti il mandolino, ndr), si spegne a Bari il 18 novembre 2004. Aveva 91 anni.
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