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CRONACA
Home›CRONACA›Uccise un uomo nel sonno: arrestata 25enne figlia di un pentito di mafia (vicino al clan Parisi)

Uccise un uomo nel sonno: arrestata 25enne figlia di un pentito di mafia (vicino al clan Parisi)

di Giampiero Bamberga
17 Dicembre 2020
Bitetto
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Carabinieri, immagine di repertorio


Dovrà rispondere del delitto di Pierpaolo Perez, 49enne di Bitetto ucciso nel sonno, con un colpo di pistola alla testa, all’interno della propria abitazione, a giugno 2018. Mariangela Losurdo, appena 25enne, è considerata l’esecutrice materiale dell’efferato omicidio.

La giovane – figlia del pentito Pietro Losurdo, 57 anni, in passato affiliato al clan Parisi di Bari – è stata arrestata oggi a seguito delle indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Bari e coordinate dal pubblico ministero della DDA di Bari Simona Filoni (oggi procuratore per i minorenni di Lecce).

Dell’omicidio. in un primo momento, si era autoaccusato il padre Pietro, che aveva ricondotto il fatto all’incauto maneggio di un’arma.

I militari, però, non si sono fatti convincere dalla versione resa dall’uomo e  hanno dato inizio a un’intensa e articolata attività investigativa.

Le indagini, le analisi di tabulati e di celle telefoniche, la visualizzazione di immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza di esercizi commerciali vicini, le dichiarazioni testimoniali acquisite e le attività di intercettazione condotte hanno confermato i sospetti degli inquirenti.

A uccidere Perez, infatti, non sarebbe stato Pietro Losurdo, ma la figlia Mariangela, all’epoca solo 23enne.

Pierpaolo Perez sarebbe stato ucciso con un colpo di pistola calibro 9 alla fronte, esploso intorno alle 13.30 a distanza ravvicinata mentre questo dormiva sulla poltrona del proprio soggiorno.

Ancora incomprensibile il movente del delitto: non sono emersi, infatti, sufficienti elementi per attribuirgli uno sfondo passionale o per ascriverlo a un diverso contesto criminoso.

Quel che secondo i carabinieri pare certo è che, sia Mariangela Losurdo che sua madre, di anni 51, avevano intrapreso una relazione sentimentale con la vittima, un tempo uomo di fiducia proprio di Pietro Losurdo nel compimento di attività criminali.

Dopo l’omicidio, Pietro, agendo per ‘amor di padre’, sarebbe entrato nella casa della vittima con lo scopo di ripulire la scena del crimine, recuperare l’arma ed evitare l’incriminazione della figlia.

Nel corso del processo instauratosi nel 2019 nei confronti del Losurdo, gli inquirenti avevano ribaltato la tesi autoaccusatoria di quest’ultimo, ottenendo una modifica del capo d’imputazione. Il Losurdo fu poi stato condannato a una pena di 3 anni e 8 mesi di reclusione per il reato di false dichiarazioni all’autorità giudiziaria e detenzione e porto di arma da guerra.

Nella ricostruzione degli eventi non ha trovato riscontro neanche l’ipotesi per cui la morte del Perez potesse essere ascritta a un fatto accidentale: la scelta di sparare a distanza ravvicinata, in assenza di qualunque segno di colluttazione e quando la vittima dormiva, un unico colpo alla testa, capace di freddarla immediatamente, appaiono sufficienti per dimostrare che l’esplosione del colpo di pistola non è stata conseguenza di una determinazione istintiva ed emotiva.

La ragazza, infatti, avrebbe aspettato che il fidanzato si addormentasse per ucciderlo nel sonno. Un atteggiamento freddo e spietato, dimostrato anche dalla circostanza che la stessa non abbia mostrato alcuna resipiscenza durante il periodo di carcerazione del padre, autoaccusato del delitto: questo è bastato per fondare il pericolo di recidivazione e per motivare la misura cautelare in carcere.

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