Riapre il teatro dell’ex CTO: inaugurato il nuovo “Auditorium Arcobaleno” nella sede Asl
Da sala di svago per i degenti del vecchio CTO a laboratorio di arti sceniche e visive destinato alle persone seguite dal dipartimento Salute mentale della Asl.
Così tornerà a vivere lo storico Auditorium anni ’50 dell’ex Centro traumatologico ortopedico di Bari, inaugurato oggi nella sede della Asl con lo spettacolo di musica e parole degli utenti del Centro Gippsi, che tratta le manifestazioni iniziali nei giovani di disturbi di salute mentale.
Ad esibirsi oggi un gruppo di ragazzi e ragazze che hanno sfruttato il potere comunicativo della musica durante il lockdown, scrivendo e autoproducendo una serie di brani per raccontare emozioni e stati d’animo di quel periodo difficile.
L’Auditorium – progettato e realizzato negli anni Cinquanta dalla sapiente mano dell’architetto Giuseppe Samonà – è stato oggetto di una importante opera di recupero, finanziata con fondi europei, che ha riprodotto, nel rispetto dei vincoli architettonici della Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari, la conformazione geometrica e compositiva originaria del teatro, conservandone gli elementi caratterizzanti.
Il teatro, con i suoi 95 posti a sedere (82 in platea e 13 in galleria), ospitava negli anni Cinquanta convegni, conferenze scientifiche, incontri tra gli ospiti ricoverati presso la struttura ospedaliera dell’epoca e per le proiezioni cinematografiche. Oggi – riqualificato con un progetto coerente con l’originale – avrà la funzione di laboratorio di arte terapia: sarà affidato al dipartimento Salute Mentale per attività riabilitative in favore di pazienti con disagi di natura psichica, coinvolti in percorsi di recovery, che sono una parte essenziale dei trattamenti delle psicosi. Gli spazi ristrutturati saranno infatti impiegati in particolare per spettacoli teatrali, musicoterapia, corsi di cinematografia e fotografia, laboratori di musica e scenografia.
L’Auditorium sarà la sede per la creazione di gruppi di socializzazione, per la promozione della salute e di gestione delle emozioni. I percorsi di riabilitazione rientrano nella prevenzione secondaria: quando le persone sperimentano problemi di salute mentale, infatti, rischiano di non poter mantenere le loro relazioni e svolgere le proprie attività. Spesso perdono il lavoro, interrompono gli studi, e vengono esclusi da molte attività sociali. La riabilitazione è un recupero efficace di tutti questi aspetti.
“La scelta del nome Arcobaleno non è stata casuale – ha spiegato il direttore generale, Sanguedolce –, ci siamo fatti guidare da un’immagine di positività e di buon auspicio per il futuro, dopo la fase critica della emergenza Covid. L’arcobaleno è inoltre capace di tenere insieme tutti i colori, così come il teatro potrà fare con i suoi nuovi fruitori. La cura delle persone non si concretizza solo con atti medici e terapie, ma passa da interventi capaci di agire sulle emozioni e sulle espressioni creative per offrire loro una migliore qualità di vita”.
L’ immobile è sottoposto a tutela e, viste le rilevanti caratteristiche storico-architettoniche del bene culturale interessato dall’intervento, nella realizzazione del progetto si è tenuto conto dei pareri della Soprintendenza Archeologica, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bari.
Inoltre sono stati conservati tutti gli elementi lapidei, come il rivestimento in pietra dei pilastri della platea e della galleria, il rivestimento in mosaico e la pavimentazione in pietra della scala. Di quest’ultima è stata anche conservata la ringhiera, elemento ricorrente nell’edificio.
Meritano attenzione il controsoffitto, realizzato con una grande ondulina in gesso microforata, le pareti, di colore bianco recanti fitte scanalature e la boiserie di legno dogata che incornicia il palco: tutti elementi che richiamano morfologicamente, e laddove possibile anche nei materiali, quelli del progetto originario, realizzando la resa acustica del teatro.