“Il gioco di Lollo”, Dino Cassone recensisce Federica Angeli
Lorenzo Coluzzi, detto Lollo, di anni ne ha solo quattordici ma già lascia intravedere quello che sarà in futuro: un uomo meraviglioso.
Grazie a due genitori speciali, Massimo e Federica, che hanno saputo creare una famiglia incredibile, dove la lealtà e l’integrità si prendono a braccetto con l’ironia e la spensieratezza.
La Federica di cui parliamo è Federica Angeli, cronista di nera e giudiziaria de la Repubblica, che da pochi giorni ha pubblicato il suo nuovo, riuscitissimo libro dal titolo “Il gioco di Lollo”, in cui ha ceduto la voce (e parte della sua incredibile penna) proprio a suo figlio.
Sarà proprio questo piccolo grande uomo che ci aprirà la porta di casa raccontando attraverso i suoi occhi e con le sue emozioni le note vicende che hanno visto coinvolta la madre e di conseguenza tutta la famiglia.
Non ha peli sulla lingua Lollo (tutto sua madre).
Così descrive i suoi genitori: «non sono persone normali. È che hanno una vita molto incasinata, soprattutto la mamma. (…) Mio papà è il padre che tutti sognano. Lui compensa le stranezze della mamma».
Ha vigorosi principi da vendere Lollo (tutto suo padre): «Molto spesso è proprio colpa dei genitori se i figli crescono in un certo modo. I bambini non c’entrano niente ma, se nascono in una famiglia che non ha dei valori sani, allora è difficile che prendano una strada diversa da quella che gli è stata tracciata».
Conosce bene il mestiere di sua madre, Lollo: «Il segreto di un vero cronista è saper entrare dentro la notizia, annusarla, toccarla, respirarla. Solo così si può trasmettere in maniera fedele al lettore ciò che accade veramente». E ne tocca con mano il rischio di farlo nel modo più appassionato e corretto possibile, perché sarà per questo motivo che lui (all’epoca dei fatti ha solo otto anni), assieme ai suoi due fratelli più piccoli, l’acuto e introverso osservatore Alessandro e la romantica Viola, verrà catapultato in un gioco.
Perché, come lui stesso afferma, «la vita è come un videogioco con i livelli da superare».
Saranno moltissimi i livelli che i tre dovranno affrontare, tra momenti di paura (“che però è solo un guerriero di sabbia”, mamma docet) e di divertimento, tra l’entusiasmo e lo scoraggiamento. Fino a quando, per una casualità, Lollo scopre che quel gioco, inventato da mamma e papà è solo un modo per combattere col sorriso un mostro gigante: la mafia.
Nulla sarà più come prima: «guardare gli accadimenti con un occhio nuovo era una grande lezione per me. Ma soprattutto ero quasi arrivato ai miei undici anni col sorriso e la leggerezza di un nuovo gioco. Il gioco della mafia mi faceva paura».
Ed ecco che allora, grazie al talento e la maturità ereditati geneticamente, il nostro cucciolo d’uomo trasforma “il gioco nel gioco”, nel gioco di Lollo appunto.
Perché adesso tocca a lui preservare il candore dei suoi fratelli, adesso tocca a lui dare il suo contributo alla lotta portata avanti da sua madre.
Un compito arduo che lo porterà assieme a tutta la sua famiglia, ne siamo certi, a respirare di nuovo quella libertà che «ha un profumo bellissimo». E noi saremo accanto a te, Lollo. Promesso.