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STORIE
Home›STORIE›Ritardi nella manutenzione del Tribunale di piazza De Nicola: lettera aperta del Comitato GAL

Ritardi nella manutenzione del Tribunale di piazza De Nicola: lettera aperta del Comitato GAL

di Redazione
22 Gennaio 2021
Bari
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Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del Comitato Giustizia al Libertà indirizzata al presidente della Corte d’Appello di Bari sull’ “incomprensibile ritardo dei lavori di manutenzione del palazzo di giustizia di piazza De Nicola”.
—-

Gent.mo Presidente,

in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi, Lei ha espresso la giusta preoccupazione per il tempo occorrente per l’edificazione almeno del primo lotto dei nuovi uffici giudiziari sull’area delle ex Casermette: almeno cinque anni, secondo una valutazione, peraltro, molto ottimistica e, a nostro parere, irrealistica.

Era, questo dei tempi inevitabilmente lunghi – com’era facilmente prevedibile -, uno dei motivi evidenziati dal nostro comitato “Giustizia al Libertà” (GAL), anche nell’appunto con allegati consegnatoLe a mani il 21 settembre 2017, per sostenere la preferibilità – come continuiamo ad essere persuasi – del progetto già esecutivo del secondo palazzo di giustizia a corso della Carboneria.

Ma il motivo, per cui Le scriviamo questa lettera aperta, è costituito dall’analogo ritardo con cui, nel frattempo, vengono compiuti i lavori di riattamento e messa a norma dell’edificio di piazza De Nicola. Ci è noto che sono stati ultimati i lavori di manutenzione del ferro dei pilastri nel piano seminterrato. Ma debbono ancora iniziare, e quindi non se ne prevede la fine, i lavori sulla facciata esterna, pur ormai cantierizzati. E soprattutto non è stata neppure indetta la gara per la messa a norma degli impianti tecnologici ed antiincendio, la cui sola esecuzione richiederà 600 giorni. Nel corso di un accesso agli atti il Provveditorato OO. PP. ci ha comunicato che per indirla manca l’obbligatorio parere della Conferenza permanente da Lei presieduta, giacché occorre pianificare lo spostamento di parti degli uffici e, quindi, individuare delle aree per garantire continuità al servizio giudiziario. Il parere è stato richiesto nel maggio 2020 e sollecitato a più riprese il 17 luglio, il 9 settembre, l’1 ottobre e l’1 dicembre: ma, a tutto l’11 gennaio scorso, invano.

Pare incomprensibile il motivo di questo ritardo, che naturalmente non potrà non ripercuotersi sulle successive fasi del procedimento e sull’esecuzione dei lavori, impedendo che un palazzo di giustizia, progettato con un’architettura di grande qualità, con i suoi trentacinquemila metri quadri divisi in spazi iperspecializzati come   l’imponente   Aula   Magna   o   le   decine   di   aule   di udienza di diversa ampiezza, ritorni nella sua piena funzionalità a beneficio di tutti gli operatori della giustizia e dei cittadini.

E ci sembra anche preoccupante questo ritardo se dovuto – come nel 2009, quando l’allora Commissione di manutenzione bloccò i lavori, pur da essa approvati, di riattamento del palazzo perché avrebbero interferito sull’ordinario lavoro giudiziario – a “ragioni di puro disagio, fastidi e difficoltà queste che dovrebbero invece essere affrontate attraverso attente e articolate misure organizzative nell’ambito del Palazzo di Giustizia, una volta che la Stazione appaltante ha già elaborato, in sede di progetto, le misure e le cautele adeguate a rendere, per quanto possibile, compatibile il procedere dei lavori con la normale attività degli uffici”.

Riteniamo opportuno ricordare queste parole con cui il TAR Puglia (n. 1375/2011), confermato dal Consiglio di Stato, bollò il motivo di quel ritardo (sfociato poi addirittura in una illegittima revoca del provvedimento) perché esse suonano ancora più stringenti nell’attuale emergenza-Covid, segnata da un rallentamento dell’attività giudiziaria per cui ormai da marzo il palazzo di piazza De Nicola è praticamente “libero”, in quanto vi si celebrano pochissime udienze.

Questo sarebbe stato e sarebbe il periodo “ideale” per i lavori: se non ora, quando? 

Come comitato di gruppi e cittadini (circa 2.000) che hanno interesse alla permanenza di questi importanti uffici giudiziari nel quartiere Libertà, ma anche alla salvaguardia dell’incolumità e della sicurezza nei luoghi di lavoro, Le chiediamo di sollecitare la Conferenza permanente, da Lei presieduta, a spiegare e far cessare i motivi di questo ritardo, contraddittorio con la proclamata ed effettiva urgenza di manutenzione del palazzo di giustizia civile, che sino a quando non sarà completato il primo lotto del “Parco della Giustizia” dovrà pur continuare a fornire un servizio nella massima sicurezza. 

Comitato Giustizia al Libertà                                                                                                                      

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