Percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza: 130 denunciati a Bari e provincia
Centotrenta persone sono state denunciate dai carabinieri perché percepivano indebitamenti il reddito di cittadinanza.
297 sono state le irregolarità riscontrati dai militari dell’Arma, per oltre 873 mila euro sottratti illecitamente allo Stato. Coinvolti nel monitoraggio sono stati i Municipi 1 e 5 della città di Bari e i comuni di Santeramo in Colle, Putignano, Modugno, Mola di Bari, Terlizzi, Triggiano e Noci, per complessivi 7.395 cittadini controllati e 3.300 nuclei famigliari.
Solo nel capoluogo pugliese i controlli effettuati sui cittadini residenti nei quartieri Madonnella, Umbertino, Murat, Libertà, Borgo Antico, Santo Spirito, Palese, San Pio-Catino-Enziteto hanno portato alla denuncia a piede libero, per il reato di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”, di 38 persone che percepivano indebitamente il RdC. In particolare, i militari hanno contestato plurime dichiarazioni mendaci sulle relative Dichiarazioni Sostitutive Uniche (DSU) che hanno riguardato mancati inserimenti di proprietà immobiliari, mancanza di alcuni requisiti previsti dalla norma e omissione di familiari ricompresi nello stato di famiglia.
Se ad Enziteto una donna aveva omesso di indicare i redditi del coniuge (affiliato al clan Strisciuglio e attualmente in carcere) che, qualora comunicati, avrebbero determinato il diniego del beneficio per il superamento della soglia ISEE massima consentita, a Palese un noto pluripregiudicato (arrestato il mese scorso per furto) aveva chiesto e ottenuto il RdC nonostante fosse colpito da Sorveglianza Speciale di PS, avendo omesso di comunicare l’esistenza della misura di prevenzione a suo carico.
Nello specifico, per ciascun precettore i militari hanno esaminato la sussistenza dei requisiti previsti dalla norma mediante una certosina analisi che ha riguardato, partendo dall’indicatore ISEE, il patrimonio mobiliare (depositi, conto corrente, ecc.), autoveicoli/motoveicoli, il patrimonio immobiliare, il possesso della cittadinanza italiana, l’esatta composizione del nucleo familiare e la presenza di eventuali familiari detenuti, situazioni di reddito “zero” e nuclei familiari con titolare italiano e familiari extracomunitari. Tale esame è stato condotto in aggiunta alla verifica circa la sussistenza di condanne iscritte a casellario giudiziale e di casi in cui fosse stata applicata al percettore una misura cautelare personale, anche a seguito di convalida di arresto o di fermo.
Anche in provincia spiccano alcuni episodi tra quelli relativi a persone deferite in stato di libertà. Come il caso di una donna, di Santeramo in Colle, che è stata segnalata perché nella DSU si era dimenticata di indicare non solo la targa o l’estremo di registrazione di un veicolo di proprietà, ma addirittura il coniuge (mentre quest’ultimo, nella propria DSU, aveva comunicato di essere coniugato).
Anche a Putignano sono state registrate diverse dichiarazioni mendaci nelle quali era stato omesso di dichiarare lo stato di detenzione di congiunti o, in alcuni casi, era stato attestato falsamente quale luogo di residenza una Comunità Riabilitativa Assistenziale Psichiatrica, dove invece gli interessati avevano solo il domicilio, tra l’altro, già a spese della collettività.
A Modugno un uomo è riuscito a percepire oltre 23 mila euro di reddito di cittadinanza avendo omesso di dichiarare lo stato detentivo della figlia, mentre un cittadino di origine senegalese, pregiudicato, non aveva indicato la propria convivenza con altri connazionali titolari di reddito.
A Mola di Bari sono stati deferiti 12 soggetti per diverse violazioni relative all’indebita percezione del beneficio e tra questi alcuni erano stati sottoposti, il 29 giugno scorso, a misura cautelare detentiva inframuraria o domiciliare perché riconosciuti appartenenti a un sodalizio criminale, operante in quel comune e altri centri limitrofi, dedito al traffico di droga.
Infine, se a Terlizzi sono state denunciate sei persone, di cui quattro pregiudicate, a Triggiano gli accertamenti incrociati circa la sussistenza dei vari requisiti previsti dalla norma ha portato al deferimento di 26 persone e alla loro conseguente segnalazione ai competenti uffici INPS per l’indebita percezione del reddito di cittadinanza.