Chiude il reparto Covid del Policlinico di Bari. Gli ultimi pazienti trasferiti in un altro reparto
Dopo due mesi di servizio chiude il reparto del Policlinico di Bari interamente adibito all’emergenza Covid-19.
Inaugurato lo scorso 19 marzo, il reparto, collocato al quinto piano del padiglione Asclepios, ha ufficialmente chiuso i battenti questa mattina, dopo aver messo a disposizione dei contagiati ben 250 posti di terapia intensiva, oggi per lo più vuoti. Proprio oggi che, in Puglia, il numero dei guariti ha superato quello dei contagiati.
Sempre stamattina sono stati avviati i lavori di trasferimento dei reparti e della riorganizzazione degli stessi. I degenti, attualmente in osservazione per il Coronavirus sono solo 32 e, quindi, verranno trasferiti in una nuova collocazione.
Prima fra tutti è stata l’unità di malattie infettive, tornata nella sua ubicazione originale, nell’omonimo edificio. I pazienti attualmente ricoverati sono stati trasportati attraverso due ambulanza dedicate. Anche l’unità operativa di Pneumologia lascia l’Ascelpios per fare ritorno al piano terra degli spazi dell’ex Cardiologia. Nei prossimi giorni, invece, toccherà a Medicina Interna e Ospedaliera, che torneranno rispettivamente nel padiglione Chini e nel D’Agostino. Resta invece all’interno dell’Asclepios l’unità di Rianimazione Covid.
Successivamente, dopo la riorganizzazione, si procederà alle operazioni di sanificazione e a riattrezzare gli spazi.
Per festeggiare l’evento i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario impegnato in questa emergenza hanno posto la propria firma sul cartello di ingresso dell’ormai ex reparto Covid-19 che, così, rimane scalfito dai sigilli di chi ha combattuto in prima linea.
“Il grande lavoro di squadra di tutti i professionisti del Policlinico di Bari – ha commentato Giovanni Migliore, direttore generale del Policlinico – ha consentito di far fronte all’emergenza e di curare circa 350 pazienti, tra cui anche alcuni provenienti dalla Lombardia, nei reparti del Covid Hospital. La scelta di attrezzare un unico padiglione su più piani all’interno del quartiere ospedaliero si è dimostrata vincente: non solo i medici di differenti discipline hanno lavorato in sinergia e secondo il principio dell’intensità di cura, ma sono state anche garantite consulenze specialistiche da altri reparti. A marzo ci dicevamo che ‘insieme ce la faremo’, adesso possiamo dire senza dubbio che ‘insieme ce l’abbiamo fatta”, conclude Migliore.