Nuovo polo della giustizia di Bari, il 30 la firma del protocollo col Ministero. Ok dalla giunta

Poche ore fa la giunta comunale ha approvato la delibera che autorizza il sindaco Decaro a sottoscrivere il protocollo d’intesa tra Comune di Bari, Ministero della Giustizia e altre Istituzioni (Agenzia del Demanio, Città metropolitana di Bari, Provveditorato interregionale delle opere pubbliche, Corte di Appello di Bari e Procura della Repubblica) per la realizzazione del nuovo Polo della Giustizia di Bari.
L’area prescelta sarà quella occupata dalle caserme dismesse Capozzi e Milano.
Nel documento approvato si indica “il direttore generale del Comune di Bari quale componente del Tavolo tecnico istituito presso il Ministero della Giustizia per sviluppare la collaborazione interistituzionale finalizzata all’attuazione del protocollo stesso e alla risoluzione di tutte le criticità connesse alla vicenda”.
Il protocollo che sarà firmato dall’amministrazione comunale è il risultato dell’analisi di prefattibilità redatta dalla società Invitalia SpA (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa), incaricata nell’ambito del Patto per lo Sviluppo della Città Metropolitana di Bari, sottoscritto il 17 maggio 2016 tra città metropolitana e presidenza del Consiglio dei Ministri.
In questo documento Invitalia, su richiesta dell’amministrazione barese, aveva proceduto anche alla disamina “dei differenti scenari localozzativi” delle sedi dove potrebbero svolgersi le funzioni di giustizia a Bari, contemplando le diverse ipotesi formulate negli anni.
Le ipotesi considerate avevano previsto un ampio intervento a carattere urbanistico ed edilizio, ispirato alla collaborazione partenariale tra pubblico e privato:
- la prima ipotesi, fondata sul consolidamento delle strutture giudiziarie nel quartiere Libertà, attraverso il potenziamento delle sedi esistenti e la realizzazione della nuova sede prevista in C.so della Carboneria;
- la seconda, fondata sul concentramento delle sedi giudiziarie attorno all’area di corso della Carboneria e via Nazariantz, con dismissione della sede ubicata in piazza de Nicola;
- la terza ipotesi, fondata sulla delocalizzazione in altra area, presumibilmente esterna al tessuto urbano di tutte le sedi giudiziarie, dismettendo quelle esistenti.
Nella valutazione costi/benefici condotta da Invitalia, sulle prime due ipotesi di lavoro sono emerse in modo evidente alcune criticità:
- diseconomie nella gestione delle funzioni giudiziarie per via della frammentazione in più sedi che, seppur prossime, resterebbero separate;
- diseconomie legate agli spostamenti degli utenti del “sistema giustizia”;
- conseguente duplicazione degli spazi accessori connessi alla presenza di più sedi;
- allocazione in difformità della strumentazione urbanistica.
L’unico beneficio evidenziato, e di interesse preminente per le politiche di governo del territorio e delle dinamiche sociali, sarebbe stata la permanenza nel quartiere Libertà di funzioni che costituirebbero un volano per processi di rigenerazione urbana del quartiere.
Tuttavia, nell’ipotesi di delocalizzazione, l’amministrazione comunale aveva già manifestato l’impegno di trasferire nell’immobile di piazza de Nicola servizi tecnici, amministrativi e sociali del Comune, azzerando così le locazioni passive, come auspicato nei piani di contenimento della spesa comunale.
L’esame ha inoltre preso atto nella recente circostanza che l’immobile di via Nazariantz, già sede delle funzioni penali è stato oggetto di revoca di agibilità (Ordinanza dirigenziale n. 2018/01172 del 31/5/2018) e le funzioni giudiziarie ivi esercitate sono state trasferite altrove.
La condizione di oggettiva e definitiva inutilizzabilità di tale immobile è stata, perciò, ritenuta fortemente pregiudizievole per le alternative che prevedevano proprio l’utilizzo del palazzo di via Nazariantz, con la conseguenza che l’unica alternativa praticabile è stata considerata quella di realizzare, in altre zone della città, una sede unica per l’esercizio di tutte le funzioni della Giustizia.
Il protocollo sarà siglato a Roma, nella sede del Ministero della Giustizia, il prossimo 30 luglio.
