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LA CITTÀ
Home›LA CITTÀ›Bari, giunta approva nuovo piano di interventi a contrasto della marginalità adulta

Bari, giunta approva nuovo piano di interventi a contrasto della marginalità adulta

di Redazione
20 Gennaio 2020
Bari
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Immagine di repertorio (fonte: Wikipedia)


La giunta comunale ha approvato il nuovo piano degli interventi complessivi a contrasto della grave marginalità adulta.

Si tratta di una serie di azioni finalizzate a potenziare la rete dei servizi per il Pronto Intervento Sociale – PIS, per il sostegno alle persone senza dimora nel percorso verso la loro autonomia (PON Inclusione) e a realizzare interventi a bassa soglia per rispondere ai bisogni materiali immediati delle persone più fragili (PO I FEAD).

Nello specifico si procederà, da un lato, a rafforzare servizi già esistenti, dall’altro a introdurne nuovi, come:

  • ​potenziamento del Servizio sociale professionale con 4 unità assunte a tempo determinato e pieno: 35.000 euro (PON INCLUSIONE). L’azione prevede il rafforzamento delle attività di presa in carico sociale e di accompagnamento delle persone senza dimora e in grave marginalità sociale per le quali si rende necessaria l’attivazione coordinata di tutte le risorse professionali e culturali, formali e informali, che possono essere messe a disposizione della persona in difficoltà, a partire da una specifica relazione di aiuto, con l’obiettivo di ricostituire una rete di legami sociali fondamentali per un’esistenza dignitosa.
  • ​UPE – Unità di contrasto alla povertà estrema: 80.000 euro (PON Inclusione). Il soggetto che si occupa della presa in carico di persone in povertà estrema, anche grazie alla presenza di un tutor di prossimità e uno di cittadinanza, è un’equipe multidisciplinare che include competenze educative, sociali, legali, sanitarie, psicologiche, transculturali e organizzative. L’equipe supporta l’utente con azioni di counselling psicologico, mediazione interculturale,​ tutela legale, orientamento ai servizi, accompagnamento fisico ai servizi, con l’obiettivo di favorire l’accesso a opportunità /servizi specifici di valorizzazione delle capacità di resilienza e sviluppo dell’autonomia individuale anche in termini di autonomia alloggiativa.
  • Case di comunitàper persone vulnerabili: 250.000 euro (PON Inclusione). Il progetto risponde alle esigenze di tutela della salute delle persone senza dimora e fortemente deprivate, compresi gli anziani, particolarmente esposte al rischio di vulnerabilità sanitaria. Sempre più spesso, infatti, la condizione di grave marginalità si affianca a problematiche di tipo sanitario (dipendenze patologiche, disagio psicologico, psichiatrico, ecc.) che rendono inidonea l’accoglienza nei servizi comunali a bassa soglia di questa tipologia di utenti, che peraltro, spesso, non riescono ad accedere ai servizi sanitari perché privi dei requisiti per l’ospedalizzazione o l’ingresso in strutture residenziali socio-sanitarie. Di qui la necessità di allestire strutture e percorsi sociali e sanitari che consentano alle persone senza dimora di affrontare le loro patologie in contesti in cui sia garantita la presenza di operatori sanitari, prevedendo anche percorsi di accoglienza post-acuzie che consentano a chi abbia subito ricoveri ospedalieri o interventi chirurgici di potersi rimettere in salute in contesti più adeguati. Si divideranno in Social hub di comunità e condomini sociali: il primo sarà costituito da ampie strutture, il secondo da unità abitative con capienza minima di 6 posti letto rivolte principalmente a nuclei familiari con membri particolarmente vulnerabili. Entrambe le tipologie sono a bassa intensità assistenziale, funzionanti per 24 ore, tutti i giorni, e assistite da personale sociale e sanitario.
  • Casa della genitorialità – i primi 1000 giorni: 130.000 euro (PON Inclusione). Uno sportello informativo e di mediazione a supporto delle partorienti sole e/o in condizioni di fragilità socio – economica presso il reparto materno infantile dei presidi ospedalieri cittadini, con una particolare attenzione ai nuclei familiari con figli di età compresa tra 0 e 3 anni (i cosiddetti 1000 giorni) supportato da un’azione di supervisione/valutazione scientifica sulla presa in carico di nuclei vulnerabili e neo genitori. La nascita di un figlio, infatti, può rappresentare uno dei fattori più rilevanti dell’aumento del carico familiare sia in termini economici sia sociali e psicologici, soprattutto per le famiglie disagiate dal punto di vista economico. Questa azione, dunque, intende migliorare le capacità e le competenze del nucleo familiare in merito alla salute e alla cura del bambino e creare intorno alla nuova famiglia una rete di sostegno.
  • ​Attivazione dello sportello cittadino per il contrasto alla povertà, i patti di servizio e Social bag: 600.000 euro (PO I FEAD). Attivazione di misure di accompagnamento dirette al sostegno individualizzato all’utente (educativa alimentare, consulenza nella gestione del bilancio familiare, orientamento ai servizi, consulenza legale o psicologica), al fine di promuovere la sua autonomia a partire dai suoi bisogni e dalle sue risorse. Nell’ambito di patti singoli attivati con l’utente, saranno distribuiti beni di prima necessità e altri beni materiali attraverso le Social bag, che conterranno beni alimentari, indumenti intimi, prodotti per l’emergenza, per la prima infanzia, farmaci, ecc.

L’importo complessivo degli interventi previsti ammonta a 1.095.000 euro.​

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