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POLITICA
Home›POLITICA›Cittadini indisciplinati, Laforgia contro Decaro: “No Antonio, no alla gogna mediatica”

Cittadini indisciplinati, Laforgia contro Decaro: “No Antonio, no alla gogna mediatica”

di Redazione
8 Aprile 2020
Bari
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Il sindaco Decaro che discute con un cittadino in corso Mazzini


Michele Laforgia, avvocato e presidente dell’associazione politica La Giusta Causa, ha, in un post su Facebook, criticato l’atteggiamento che il sindaco di Bari Antonio Decaro sta adottando, in questo periodo di Coronavirus, contro i cittadini che violano le disposizioni dei decreti governativi.

“Antonio Decaro è mio amico e lo considero un ottimo sindaco” – esordisce Laforgia, che spiega come proprio per questo “non condivido il suo modo di far osservare le regole di distanziamento sociale”.

Ma Laforgia precisa: “Sono regole che rispetto e che tutti dobbiamo rispettare, obbedendo senza eccezioni alle prescrizioni delle autorità. E comprendo anche che un sindaco si senta chiamato a dare il buon esempio, verificando in prima persona il comportamento dei ‘suoi’ cittadini. Lo comprendo, anche se non lo condivido del tutto, perché il potere pubblico va esercitato con pudore e misura”.

A scatenare la critica di Laforgia è stato il “cazziatone” che, ieri, il sindaco ha fatto nei confronti di un cittadino che stava andando a pranzo dalla figlia, ignorando le restrizioni imposte dal Governo.

“Dissento apertamente – continua l’avvocato – quando si traduce nel mettere alla gogna, a reti unificate – il video è ormai dappertutto, reti nazionali comprese – un anziano che si recava, sbagliando, a pranzare dalla figlia. Se vuoi fare il padre morale della cittadinanza – e ammesso che questo sia il ruolo di un sindaco – fai spegnere la telecamera e lo accompagni a casa, o vai a fare, privatamente, il cazziatone alla figlia. Ma esporre un anziano al pubblico ludibrio non va bene. E spero che Antonio se ne renda conto e riconosca che in questa occasione, sia pure a fin di bene, si è fatto prendere la mano”.

“Ne approfitto – dice ancora Laforgia – per dire che sanzionare con 533 euro un comportamento di questo tipo è semplicemente ridicolo. Le sanzioni devono essere proporzionate alle trasgressioni, anche nello stato di emergenza: altrimenti dovremmo fucilare seduta stante tutti coloro che si mettono alla guida ubriachi, o circolano con una mano sul volante, la sigaretta in bocca e il cellulare nell’altra”.

“Se proprio vogliamo dare il buon esempio dovremmo partire dagli ospedali (i primi focolai dell’infezione), non dagli anziani che circolano per strada, magari perché, a differenza nostra, sono soli e non hanno una casa confortevole in cui stare”.

“Non è la ‘gente’ – provoca Laforgia – ad aver disarmato la sanità pubblica, sottovalutato l’epidemia in Cina, girato spot per invitare Milano e Bergamo a non fermarsi, proseguito i campionati di calcio negli stadi sino a marzo inoltrato, omesso di distribuire mascherine nelle fabbriche e negli ospedali prima che diventassero introvabili, sottovalutato il pericolo del contagio nelle case di riposo per anziani (e, tuttora, nelle carceri). La ‘gente’ tutto sommato è rimasta a casa (…) e continuare a prendersela con la ‘gente’ è un modo per nascondere le colpe e i ritardi di chi aveva la responsabilità di pensarci prima e il potere per agire preventivamente. Certo, non è tempo di polemiche. Ma neppure per portare il cervello all’ammasso”, ha concluso il presidente de La Giusta Causa.

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