Libri, Concetta Antonelli recensisce “Oltre l’ultimo respiro” di Livio Vignale
Dell’ultimo libro di Livio Vignale – Oltre l’ultimo respiro, edito da Albatros – difficilmente si può dare una definizione univoca di genere.
È un noir per la trama, ad esempio, apparentemente semplice: la nascita e la produzione di un farmaco innovativo per la cura di una malattia rara e l’ingerenza della mafia per impossessarsene.
In questa trama, però, si inseriscono elementi vari, per esempio di genere erotico, sempre molto soft ed elegante, nel rapporto tra il protagonista e una sua collega.
E si inseriscono anche riflessioni e considerazioni tipiche di una narrazione da romanzo, con un’analisi di approfondimento sul sentire e sul comportamento dei personaggi che appare minuziosa e dettagliata, fino a descrivere le contraddizioni e i contrasti tra pensiero, etica e azione di ciascuno.
Vi sono colpi di scena da romanzo d’azione, lunghe riflessioni che hanno un’aria poetica, un finale aperto che lascia presagire il seguito della scrittura.
Vi sono riferimenti alla città in cui si svolge la vicenda, con l’attenzione al territorio che è tipica della letteratura attuale.
Tutto questo con uno stile di scrittura scorrevole, ma complesso, ricco di un lessico che lascia intravedere un autore che è anche lettore di molti libri.
Ne verrebbe fuori un’ottima fiction televisiva.
Comunque, una piacevole lettura.