Cinghiali a Bari, il sindaco Decaro su Facebook: “Parliamone seriamente. Però perdete 3 minuti e leggete questo post”

BARI – “Facciamo un patto. Io in questo post vi parlo, finalmente, dei cinghiali. Però tutti voi che in questi mesi avete scritto e protestato su questa bacheca (legittimamente, intendiamoci) per la loro presenza in alcuni quartieri della città, mi promettete che vi prendete i 3 minuti necessari per leggere questo post dall’inizio alla fine. Così tutti, dopo, potremo parlare con maggior cognizione di causa di questo fenomeno”. Lo scrive su Facebook il sindaco di Bari, Antonio Decaro, rispondendo alle numerose lamentele che in questi mesi i cittadini baresi gli hanno rivolto sulla sua bacheca per l’eccessiva presenza di cinghiali in città.
Nel post il sindaco risponde a 6 domande, la prima delle quali è “perché ci sono i cinghiali in città?”. “La presenza di cinghiali nelle aree urbane – scrive Decaro – è un fenomeno esteso e non solo in Italia. Succede quando una specie selvatica trova ‘comodo’ approvvigionarsi di risorse alimentari in zone abitate dall’uomo. Il fenomeno è largamente diffuso in Europa e interessa anche un numero elevato di città italiane, dove talvolta è profondamente radicato. A Genova e Trieste, per esempio, la specie è stabilmente insediata nel territorio urbano da circa un ventennio”.
A chi invece si preoccupa per l’incolumità dei cittadini, il presidente Anci risponde: “I cinghiali sono raramente aggressivi, ma sono pur sempre animali selvatici di stazza medio-grande che, se impauriti, potrebbero attaccare l’uomo. Inoltre un cinghiale che si muove liberamente in città rappresenta un rischio per la circolazione stradale. Nel primo semestre 2017 (ultimo periodo per il quale esistono statistiche a riguardo) in Italia si sono verificati 75 episodi rilevante, per un totale di 10 vittime e 91 feriti gravi”.
“Le azioni di contrasto – continua il sindaco – raramente consentono di ‘eliminare’ completamente il problema. Ciò sia perché i flussi di nuovi individui da aree limitrofe sono continui, sia perché il cinghiale ha un elevatissimo tasso di riproduzione (8/12 cuccioli all’anno). Tutto quello che si può fare può solo mitigare il problema. Anche perché i cinghiali, come tutti gli animali selvatici, sono patrimonio indisponibile dello Stato, che delega alle Regioni la competenza in materia di programmazione e prelievo venatorio, fatta eccezione per le aree protette, disciplinate da specifiche norme”.
Cosa si sta facendo a Bari? “Il fenomeno della presenza dei cinghiali a Bari – racconta Decaro – riguarda in parte l’area del Parco di Lama Balice (di competenza del Comune) e in parte maggiore l’area urbana del quartiere San Paolo, di competenza della Regione Puglia. Grazie alla collaborazione tra Regione, Comune e il dipartimento di Biologia dell’Università di Bari, attraverso piani elaborati e approvati dall’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ndr), nel 2018 sono state avviate due sessioni di cattura, con l’utilizzo di quattro gabbie trappola. In circa tre mesi sono stati ben 49 gli animali prelevati (un quarto dei quali adulti) e trasferiti in aree recintate, lontane dai centri urbani”. “Non solo”, continua il sindaco: “La predisposizione di aree di cattura e l’azione di prelievo di animali hanno fatto sì che un numero consistente di capi si sia allontanato spontaneamente dalle aree urbane, verso zone dove la loro presenza non è fonte di pericolo”. Questo, secondo Decaro, ha ridotto la loro presenza in città, portando il numero di cinghiali a circa dieci in totale. Dai primi di febbraio “è partita la terza sessione di cattura, con la predisposizione di una nuova postazione di cattura con altre quattro gabbie trappola (8 in tutto), con l’obiettivo di intercettare il massimo numero di animali in ingresso dal corridoio ecologico di Lama Balice, oltre agli esemplari che stazionano nel territorio urbano”. Ad oggi il numero complessivo di animali catturati è di 55 unità.
“E’ necessario – conclude il sindaco – che i cittadini, e in special modo i titolari di esercizi di ristorazione, ci diano una mano, evitando nel modo più assoluto di abbandonare resti di cibo fuori da cassonetti. I residui alimentari lasciati in strada sono delle vere e proprie sirene che attraggono gli animali anche a chilometri di distanza. Proviamo tutti a rispettare le regole di conferimento dei rifiuti e vedrete che la situazione migliorerà”.
