Bari, Greenpeace in piazza contro la produzione intensiva di carne (che inquina il pianeta)
BARI – Greenpeace di nuovo in piazza, stavolta contro la produzione intensiva di carne che “divora” il pianeta. Anche a Bari – come in altre 25 città italiane – gli attivisti dell’associazione ambientalista più nota al mondo hanno manifestato per denunciare un sistema di produzione alimentare insostenibile, foraggiato anche dai soldi pubblici della Politica agricola comune (PAC), che rappresentano circa il 40% del bilancio annuale europeo.
All’angolo tra via Argiro e corso Vittorio Emanuele, infatti, i volontari di Greenpeace hanno manifestato con lo slogan “All you can M-Eat”, invitando i passanti a provare il “Menu PAC-co degli allevamenti intensivi”, una lista di specialità invisibili di cui ci “nutriamo”, dall’insalata di nitrati alla zuppa di liquami.
L’Europa e i Governi stanno discutendo come sarà la nuova PAC dei prossimi sette anni e il 2 aprile prossimo sarà la Commissione Agricoltura europea a pronunciarsi nel merito.
“Le istituzioni nazionali ed europee – dichiara Federica Ferrario, responsabile della campagna agricoltura Greenpeace Italia – non possono più ignorare gli impatti ambientali dei prodotti di origine animale provenienti dagli allevamenti intensivi e alimentare un sistema altamente inquinante a scapito delle piccole aziende che continuano a scomparire. Con il ‘menu creativo’ che abbiamo proposto – spiega Ferrario – chiediamo alle persone di unirsi a noi per chiedere lo stop dei fondi pubblici agli allevamenti intensivi e il sostegno a modelli produttivi sostenibili”.
Le grandi quantità di ammoniaca provenienti dagli allevamenti intensivi e i residui di pesticidi e fertilizzanti chimici legati alla produzione mangimistica inquinano acqua, terra e aria.
Di recente, infatti, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale ha individuato negli allevamenti intensivi la seconda fonte, in Italia, per contributo all’inquinamento da “polveri fini”, più del settore industriale e del trasporto privato, indicando nella riduzione del numero dei capi e della loro densità una soluzione. Anche il ricordo agli antibiotici, nonostante le tante dichiarazioni contrarie, istituzionali e non, continua ad essere elevato e comporta un rischio per la salute pubblica, come conferma un recente rapporto dell’Agenzia europea per la sicurezza alimentare sull’aumento della resistenza agli antibiotici in Europa.
“Come voteranno – domanda Ferrario – i parlamentari della Commissione, di cui l’italiano De Castro è vice presidente? Europa e Italia si sono impegnati per combattere il cambiamento climatico. Per farlo realmente e proteggere l’ambiente, la salute e lo stesso comparto produttivo devono avviare un processo di transizione verso una produzione sostenibile, rispettosa dell’ambiente, della salute e – conclude la responsabile – dei lavoratori”.
Per sottoscrivere la petizione di Greenpeace cliccare sul sito: http://ilpianetanelpiatto.greenpeace.it