Nuovo Polo della Giustizia di Bari: siglato l’accordo tra Comune, Ministero e altri enti
Come avevamo annunciato pochi giorni fa, questo pomeriggio, nella sede del ministero di Grazia a Giustizia a Roma, alla presenza dei ministri Alfonso Bonafede e Danilo Toninelli e dei vertici giudiziari baresi, il Comune e la Città Metropolitana hanno sottoscritto il protocollo di intesa integrativo tra ministero della Giustizia, Agenzia del Demanio, Città metropolitana di Bari, Comune di Bari, Provveditorato interregionale delle OO.PP, Corte di Appello di Bari e Procura generale per la realizzazione del nuovo “Polo della giustizia di Bari”, che sorgerà nell’area occupata dalle ex caserme militari “Capozzi” e “Milano”.
”Questa firma – ha detto il sindaco Antonio Decaro – rappresenta per la città un passo in avanti, perché ci permette di avviare un percorso istituzionale che dovrà avere tempi certi e risorse definite. Per questo, come abbiamo fatto fino ad oggi, offriamo sin da subito la nostra disponibilità a collaborare per portare avanti tutte le operazioni propedeutiche alle attività necessarie alla realizzazione del futuro Polo della Giustizia di Bari”.
“Mi auguro – ha proseguito il presidente dell’Anci- che questa firma rappresenti un vincolo sul futuro; chiunque, nei prossimi anni, sarà sindaco o ministro o siederà ai vertici della giustizia cittadina non potrà tornare indietro e annullare gli sforzi, il lavoro e i sacrifici fatti fino ad oggi per giungere a questo obiettivo. Il Polo della Giustizia barese oggi deve essere una certezza, lo dobbiamo alla città, ai tanti operatori della giustizia e ai cittadini che hanno bisogno di avere un punto di riferimento certo, nella sostanza come nella forma. Perché se è vero, come diceva un grande studioso francese, che la giustizia non può esistere al di là dei suoi simboli, come il diritto non può fare a meno delle sue forme, l’istituzione giudiziaria deve avere una sede di lavoro che rappresenti un simbolo forte di solidità e legalità”
Qui il testo integrale del protocollo d’intesa
Cosa prevede il documento in sintesi?
Il protocollo è il risultato dell’analisi di prefattibilità redatta dalla società Invitalia SpA (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa), che aveva – su richiesta della amministrazione barese – proceduto anche alla disamina “dei differenti scenari localozzativi” delle sedi dove potrebbero svolgersi le funzioni di giustizia a Bari, contemplando le diverse ipotesi formulate negli anni.
Le ipotesi considerate avevano previsto un ampio intervento a carattere urbanistico ed edilizio, ispirato alla collaborazione partenariale tra pubblico e privato:
- la prima ipotesi, fondata sul consolidamento delle strutture giudiziarie nel quartiere Libertà, attraverso il potenziamento delle sedi esistenti e la realizzazione della nuova sede prevista in C.so della Carboneria;
- la seconda, fondata sul concentramento delle sedi giudiziarie attorno all’area di corso della Carboneria e via Nazariantz, con dismissione della sede ubicata in piazza de Nicola;
- la terza ipotesi, fondata sulla delocalizzazione in altra area, presumibilmente esterna al tessuto urbano di tutte le sedi giudiziarie, dismettendo quelle esistenti.
Nella valutazione costi/benefici condotta da Invitalia, sulle prime due ipotesi di lavoro sono emerse in modo evidente alcune criticità. L’unico beneficio evidenziato, e di interesse preminente per le politiche di governo del territorio e delle dinamiche sociali, sarebbe stata la permanenza nel quartiere Libertà di funzioni che costituirebbero un volano per processi di rigenerazione urbana del quartiere (cosa più volte ripetuta in questi mesi anche da avvocati – molti hanno lo studio in quel rione – e dalle associazioni cittadine).
Tuttavia, nell’ipotesi di delocalizzazione, l’amministrazione comunale aveva già manifestato l’impegno di trasferire nell’immobile di piazza de Nicola servizi tecnici, amministrativi e sociali del Comune, azzerando così le locazioni passive, come auspicato nei piani di contenimento della spesa comunale.
L’esame non poteva non prendere atto nella recente circostanza che l’immobile di via Nazariantz, già sede delle funzioni penali è stato oggetto di revoca di agibilità e le funzioni giudiziarie ivi esercitate sono state trasferite altrove.
La condizione di oggettiva e definitiva inutilizzabilità di tale immobile è stata, perciò, ritenuta fortemente pregiudizievole per le alternative che prevedevano proprio l’utilizzo del palazzo di via Nazariantz, con la conseguenza che l’unica alternativa praticabile è stata considerata quella di realizzare, in altre zone della città, una sede unica per l’esercizio di tutte le funzioni della Giustizia.