Bando URBIS: il Comune di Bari finanzia 66 attività di imprenditoria sociale nei quartieri più fragili
Sessantasei saranno le attività che riceveranno i finanziamenti a fondo perduto della prima edizione del bando URBIS, la misura che promuove e sostiene, attraverso l’erogazione di incentivi (compresi tra 15 mila e 40 mila euro), a fronte di un co-finanziamrnto del 15%, la creazione di nuove imprese sociali di prossimità nelle aree più fragili della città sotto il profilo socio-economico e urbanistico.
Il picco di domande presentate riguarda i quartieri Libertà (25) e San Paolo (10), ma risultano coinvolti anche i restanti rioni.
Si tratta di attività imprenditoriali a sfondo sociale, giudicate da una commissione comunale di cui hanno fatto parte anche due rappresentanti del BaLab, il centro di creazione di start up di imprese dell’Università di Bari.
Tutti i progetti ammessi riguardano iniziative d’impresa che dovranno operare nel campo dell’inclusione sociale attiva, dell’educazione e dell’istruzione, della tutela e promozione del territorio, della radiodiffusione e dell’editoria, della riqualificazione e riuso di beni inutilizzati a fini sociali.
Tra le proposte più innovative ci sono:
– una palestra popolare,
– un centro di servizi di oculistica solidale,
– un laboratorio di integrazione sociale attraverso gli sport acquatici,
– uno spazio per ciclofattorini,
– un centro per la pet terapy,
– un servizio di trasporto sociale per persone con disabilità,
– un servizio di assistenza domiciliare per anziani,
– una bottega culturale per il recupero dei mestieri,
– un orto urbano ecosolidale,
– un bistrot multietnico sociale con cucina di quartiere,
– una compagnia di circo under 25,
– un centro sperimentale per la pratica teatrale e cinematografica.
“Il dato che più ci incoraggia – ha detto questa mattina il sindaco Decaro – è quello relativo alla maggior presenza di proposte nei due quartieri indicati da noi qualche anno fa nell’ambito del progetto di riqualificazione delle periferie. Questo significa che dove noi abbiamo acceso una speranza, i cittadini hanno voglia di crederci e di lavorare insieme. La riqualificazione fisica di immobili e piazze che abbiamo avviato incrocia così la nascita di un percorso di riqualificazione sociale che sta prendendo corpo”.
Continua Decaro: “Stiamo parlando di 66 nuove imprese, stiamo parlando di lavoro e di lavoratori che provano a darsi un’occasione e contemporaneamente a darla alla città. Il 20% delle attività è stato proposto da gruppi informali che grazie ad Urbis si costituiscono e avviano un’impresa investendo anche una quota propria che li impegna. Questo significa che la città ha voglia di scommettere su se stessa, sul lavoro e sull’impresa sociale. Questo significa che a Bari esistono talenti, competenze, professionisti che non aspettano un sussidio ma scelgono di cogliere un’occasione per dare un futuro a se stessi e alla propria città”.
“L’economia sociale – si legge in una nota di Palazzo di Città – vale oggi circa il 5% del Pil in Italia, occupa un milione di persone ed è il contesto nel quale spesso fioriscono esperimenti di innovazione sociale e cooperazione alla scala urbana, che rappresentano validi anticorpi contro la disoccupazione giovanile e l’esclusione dei contesti periferici. Un’economia plurale che può riversare sulle città, e in particolare sui quartieri più fragili, proponendo modelli imprenditoriali che coniughino lavoro, reddito e solidarietà, garantendo nuovi servizi di prossimità a scala territoriale, in risposta ai bisogni mutevoli e flessibili dei residenti”.
Seguendo questo ragionamento, Urbis rappresenterebbe lo strumento per valorizzare queste esperienze promosse dal terzo settore e una valida opportunità per gruppi informali di giovani e meno giovani che intendano costituirsi in forma cooperativa per realizzare un progetto di impresa.
“Le proposte progettuali candidate al bando – conclude la nota – si sono basate sui seguenti quattro temi: città, comunità, creatività e prossimità”.