Bari, 19 persone partecipano a ‘Housing Lab’, il progetto per aiutare chi è in difficoltà a trovare casa
Bari sarà la prima città italiana a sperimentare un modello di ‘housing first’. È partito infatti ‘Housing Lab’, il progetto – realizzato dall’assessorato al Welfare – nato per rispondere alla situazione di disagio abitativo che interessa molti adulti senza dimora in condizione di estrema fragilità, sia italiani che stranieri.
Nel concreto il progetto servirà ad accompagnare queste persone alla ricerca di un alloggio, per poi mediare con i proprietari della casa.
I beneficiari di questa azione saranno uomini e donne che, disponendo di risorse economiche limitate, non possono accedere autonomamente al mercato degli alloggi in affitto.
L’idea del progetto si sostanzia, quindi, nella possibilità di individuare immobili di proprietà privata per i quali corrispondere un canone sociale anche a fronte della coabitazione tra diverse persone in difficoltà.
Le azioni sono partite concretamente a maggio scorso e, ad oggi, sono circa una ventina, tra italiani e stranieri, i soggetti individuati dagli assistenti sociali e interessati ad essere inseriti nel progetto.
Per ciascun caso si tiene conto di una serie di fattori, quali ad esempio il reddito percepito, il numero di persone che compongono il nucleo familiare, la disponibilità alla coabitazione, la distanza dal luogo di lavoro, la possibilità di tenere animali domestici o di condividere spazi per fumatori.
“Al momento – dice l’assessora Bottalico – sono 19 le persone che hanno chiesto di partecipare al progetto attraverso i servizi sociali e gli altri servizi del welfare, tra cui una ha trovato casa e un’altra sta per abbandonare la strada. Alcuni di loro sono giovani migranti che solitamente incontrano grandi difficoltà nella stipula di un contratto di affitto. Questo per noi è un segnale molto positivo perché togliere anche una sola persona dalla strada è già per noi una vittoria e dimostra che la realtà spesso è migliore di come viene raccontata e che, dunque, è possibile affrontare un problema così diffuso e sentito, come quello della casa, con un approccio nuovo che tiene insieme pubblico e privato per un obiettivo comune”.
Continua Bottalico: “Affittare un appartamento a un giovane migrante o a una persona con poche garanzie economiche da offrire, significa avere fiducia nell’altro e abbattere, nei fatti, le barriere che nascono dai pregiudizi. Ed è ciò che anima il nostro lavoro quotidiano nel tentativo di garantire una maggiore equità e avviare anche coloro che vivono una marginalità, spesso ritenuta immutabile, ad un percorso di inclusione sociale che parla di futuro, di autonomia di vita e di nuove possibilità”.
Proseguono, nel frattempo, gli incontri informativi su tutto il territorio comunale e i contatti con le agenzie immobiliari e i singoli proprietari di casa, anche nell’area metropolitana, proprio per definire le modalità di selezione di eventuali alloggi da proporre ai beneficiari.
Dopo la pausa di agosto sono già in calendario diversi incontri con i proprietari delle abitazioni selezionate: tra quelle già individuate molte sono monolocali e si trovano prevalentemente nella città di Bari.
“Il nostro obiettivo – conclude Bottalico – è ambizioso ed è quello di creare una banca dati delle ‘case sociali’ da rendere disponibili per dare nuove opportunità di rinascita a tante persone oggi ai margini”.
I proprietari di appartamenti che volessero aderire al progetto Housing LAB possono scrivere all’indirizzo barihousinglab@gmail.com.