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LA CITTÀ
Home›LA CITTÀ›Da villa confiscata alla criminalità organizzata ad ambulatorio solidale: nasce “Piccola Casa Aut”

Da villa confiscata alla criminalità organizzata ad ambulatorio solidale: nasce “Piccola Casa Aut”

di Redazione
6 Settembre 2019
Bari
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Si chiamerà “Piccola Casa Aut” e, da villino confiscato alla criminalità  organizzata, diventerà un ambulatorio solidale e un centro di servizi per le famiglie.

Il progetto, promosso dal Consorzio Beata Chiara e vincitore di un bando del Comune di Bari per la concessione di beni sottratti alle mafie locali, ha visto questa mattina l’avvio dei lavori di ristrutturazione con un gesto simbolico: l’abbattimento del muro che chiudeva la porta di ingresso dell’immobile (sul lungomare IX maggio, a San Girolamo) da parte dei ragazzi di “Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, arrivati a Bari da tutta Italia per un campo tematico proprio sui beni confiscati.

“Piccola Casa Aut” erogherà visite specialistiche gratuite per persone in condizioni di disagio socio-economico e migranti. Sarà inoltre un centro servizi per le famiglie del quartiere.

“Il contrasto alla criminalità organizzata con le operazioni di polizia, le indagini giudiziarie e i processi – ha commentato Simona Filoni, sostituto procuratore antimafia – non basterebbe se non ci fosse la collaborazione delle vittime e lo sviluppo di una coscienza sociale: l’abbattimento di questo muro testimonia oggi che l’antimafia diventa sociale grazie alla partecipazione dei cittadini, delle cooperative, delle associazioni che ci danno la forza per contrastare le mafie”.
 
“La mafia – ha rimarcato la pm della Dda di Bari – trova terreno fertile dove lo Stato non c’è: tutta la normativa a tutela delle vittime e sul riuso dei beni confiscati deve andare nella direzione del senso del “noi” attraverso la legalità che si afferma, una giustizia che a volte è lenta ma certamente colpisce il crimine, e cittadini e associazioni che fanno rete”.
 
“Questo – ha detto l’assessore Vito Lacoppola – è il primo bene confiscato che viene assegnato da questa Amministrazione comunale, lungo un percorso cominciato molti anni fa. Nelle prossime settimane proseguiremo nell’impegno di rendere patrimonio della comunità cittadina i beni sottratti alla criminalità organizzata e con il sindaco Decaro faremo in modo che sia sventato il rischio che decine di immobili possano essere venduti, come era nei progetti del precedente governo, finendo così di nuovo nelle mani di coloro ai quali erano stati sottratti, magari attraverso prestanome”.
 
“Sono molto lieto – ha aggiunto l’assessore – di essere qui con voi, in occasione dell’avvio dei lavori di ristrutturazione di questo bene, a pochi passi dal waterfront di San Girolamo e dalla comunità Chiccolino, anch’essa ospitata in un bene confiscato, che proprio ieri ha ripreso le sue attività con i ragazzi. Perché queste tre esperienze testimoniano la capacità di reazione e programmazione di una città che opera i suoi cambiamenti in aperta opposizione a ‘un destino quasi già scritto’ ad esempio per un quartiere come questo, storicamente segnato da una forte presenza criminale”.
 
Il progetto ha già messo in rete le collaborazioni delle cooperative Socialia e Magnolia, della associazione sportiva Da mo vela, del Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato onlus, del Corpo consolare Puglia Basilicata e Molise, del Consolato onorario di Georgia in Puglia, e della Associazione Italo-georgiana Bari, InConTra, Aifa – Associazione italiana famiglie Adhd, Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare, Associazione Parkinson Puglia, Aito – Alleanza contro il tumore ovarico Bari.
 
“Oggi – ha aggiunto Francesca Bottalico, assessora al Welfare – abbattiamo un altro muro in un altro luogo che finalmente si apre alla comunità e che si aggiunge al nuovo centro diurno comunale Chiccolino, che proprio ieri abbiamo restituito ai giovani e ai residenti di San Girolamo. In questo spazio si lavorerà per la prevenzione e la cura delle persone più fragili della città, un segnale di speranza e, insieme, la dimostrazione concreta dell’efficienza del lavoro di rete tra il settore pubblico, i privati, le istituzioni, il mondo del volontariato e del privato-sociale e le forze dell’ordine”.
 
“Con questa iniziativa – ha affermato Mario Dabbicco, presidente regionale di Libera – dimostriamo che è possibile riutilizzare i beni confiscati con progetti che mettano al centro la relazione con il territorio, con le parrocchie, le associazioni, la comunità”.
 
“Piccola Casa Aut – ha spiegato Antonio Cantoro, presidente del Consorzio Beata Chiara – sorge in Lungomare IX maggio 62, una data che richiama alla mente il giorno in cui fu trovato il cadavere di Peppino Impastato ucciso da Cosa nostra perché attraverso Radio Aut si faceva beffa di Tano Badalamenti e del suo clan: oggi noi vogliamo ripartire da quella idea di impegno sociale per realizzare un luogo aperto al territorio che possa essere vissuto da tutta la città come casa propria, un luogo di incontro, di testimonianza, di impegno comune in favore della nostra comunità”.
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TagsAmbulatorio solidaleAssociazione LiberaCentro servizi per le famigliecomune di bariConsorzio Beata Chiaracriminalità organizzataOccupazione abusivaquartiere san girolamoVillino
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